una poesia
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una poesia
Non ricorderai il mio volto,
ora che passo,
sono una macchia scura,
sono lo sguardo di niente,
solo ferisce di lontano l’odore
di notte negra
di salina
di ginepro, pungente;
non ricorderai il mio volto,
io sono l’ombra
la scalfitura
sono la falla dell’abbondanza,
sono la rogna
quello che avanza
l’altra faccia dell’opulenza.
Sono la razza dei deportati
l’anonimato, la malattia.
Sono l’asfalto
la casa in spalla
la mensa a orario
la porcheria,
e sarò libero come il mare
di andare
per andare.
Andrea Giuseppe Graziano
tratto da
Viaggio in autostop : storie di stabili instabilità / a cura di Paola Balla e Simona Magazzù
Roma : Ponte Sisto, 2007
ora che passo,
sono una macchia scura,
sono lo sguardo di niente,
solo ferisce di lontano l’odore
di notte negra
di salina
di ginepro, pungente;
non ricorderai il mio volto,
io sono l’ombra
la scalfitura
sono la falla dell’abbondanza,
sono la rogna
quello che avanza
l’altra faccia dell’opulenza.
Sono la razza dei deportati
l’anonimato, la malattia.
Sono l’asfalto
la casa in spalla
la mensa a orario
la porcheria,
e sarò libero come il mare
di andare
per andare.
Andrea Giuseppe Graziano
tratto da
Viaggio in autostop : storie di stabili instabilità / a cura di Paola Balla e Simona Magazzù
Roma : Ponte Sisto, 2007
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